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L’inquinamento atmosferico come possibile fattore di rischio della sclerosi multipla. Uno studio ecologico sulla popolazione Italiana.
SINOSSI E RISULTATI
La sclerosi multipla (SM) è una malattia complessa, causata dalla inter-relazione tra una predisponsizione genetica e vari fattori di rischio ambientali1, in parte ancora ignoti. Alcuni fattori ambientali (come gli agenti infettivi, la vitamina D, l’esposizione alla luce solare, l’abitudine al fumo, il tipo di dieta, il BMI) sono già stati ampiamente studiati2, mentre solo recentemente si è posto un particolare interesse sull’inquinamento atmosferico. Con il termine generico di “inquinamento atmosferico” si intende un mix di gas (monossido di carbonio, nitrati, solfuri, ozono), aerosol e polveri sottili (particulate matter – PM). Il PM consiste di microscopiche particelle solide o liquide sospese nell’atmosfera, e classificate in base al loro diametro in PM10 (sotto i 10 µm), PM2.5 (sotto i 2.5 µm), particolato ultrafine (sotto 0.1 µm.). Il PM deriva da fonti naturali (come eruzioni vulcaniche e tempeste di sabbia), ma soprattutto dalle attività del uomo (riscaldamento domestico, emissioni degli autoveicoli, emissioni industriali)3.
Il PM2.5 è particolarmente tossico; attualmente il livello di soglia indicato dalla UE per il PM2.5 è 25 µg/m3 (http://ec.europa.eu/environment/air/quality/standards.htm).
La qualità dell’aria è un problema particolarmente rilevante per l’Italia settentrionale, mentre le altre aree subiscono un minore impatto dell’inquinamento atmosferico.
Possibili relazioni tra l’inquinamento atmosferico e l’epidemiologia della SM sono state suggerite da precedenti studi, che hanno documentato una associazione tra i livelli di PM e la prevalenza della SM in USA4 ed in Iran5. In Italia è stata rilevata una maggiore prevalenza di SM nelle aree maggiormente urbanizzate della provincia di Padova6 ed una minore prevalenza di SM nelle aree meno inquinate della provincia di Pavia7.
Sono state anche descritte relazioni tra il PM ed il rischio di riattivazione di SM, sia clinica8-11 che neuroradiologica12.
Le precedenti osservazioni supportano l’ipotesi che l’inquinamento atmosferico possa influenzare la patogenesi ed i processi infiammatori della SM; questo potrebbe verificarsi atttraverso vari meccanismi: stress ossidativo13,14, danno della barriera emato-encefalica15,16, attivazione microgliale17, ipovitaminosi D18.
Dal punto di vista epidemiologico, sarebbe particolarmente interessante analizzare le possibili relazioni tra l’inquinamento atmosferico e la distribuzione della MS in aree relativamente piccole, anche in vista di future ricerche da focalizzare in aree con particolari cluster di malattia.
Questo studio ecologico si propone quindi di studiare la distribuzione spaziale della SM nelle province Italiane, condizionatamente ai livelli di inquinanti atmosferici (principalmente il PM2.5).
Fondazione Italiana Sclerosi Multipla – FISM – Ente del Terzo Settore/ETS e, in forma abbreviata, FISM ETS. Iscrizione al RUNTS Rep. N° 89695 - Fondazione con Riconoscimento di Personalità Giuridica - C.F. 95051730109
L’inquinamento atmosferico come possibile fattore di rischio della sclerosi multipla. Uno studio ecologico sulla popolazione Italiana.
La sclerosi multipla (SM) è una malattia complessa, causata dalla inter-relazione tra una predisponsizione genetica e vari fattori di rischio ambientali1, in parte ancora ignoti. Alcuni fattori ambientali (come gli agenti infettivi, la vitamina D, l’esposizione alla luce solare, l’abitudine al fumo, il tipo di dieta, il BMI) sono già stati ampiamente studiati2, mentre solo recentemente si è posto un particolare interesse sull’inquinamento atmosferico. Con il termine generico di “inquinamento atmosferico” si intende un mix di gas (monossido di carbonio, nitrati, solfuri, ozono), aerosol e polveri sottili (particulate matter – PM). Il PM consiste di microscopiche particelle solide o liquide sospese nell’atmosfera, e classificate in base al loro diametro in PM10 (sotto i 10 µm), PM2.5 (sotto i 2.5 µm), particolato ultrafine (sotto 0.1 µm.). Il PM deriva da fonti naturali (come eruzioni vulcaniche e tempeste di sabbia), ma soprattutto dalle attività del uomo (riscaldamento domestico, emissioni degli autoveicoli, emissioni industriali)3.
Il PM2.5 è particolarmente tossico; attualmente il livello di soglia indicato dalla UE per il PM2.5 è 25 µg/m3 (http://ec.europa.eu/environment/air/quality/standards.htm).
La qualità dell’aria è un problema particolarmente rilevante per l’Italia settentrionale, mentre le altre aree subiscono un minore impatto dell’inquinamento atmosferico.
Possibili relazioni tra l’inquinamento atmosferico e l’epidemiologia della SM sono state suggerite da precedenti studi, che hanno documentato una associazione tra i livelli di PM e la prevalenza della SM in USA4 ed in Iran5. In Italia è stata rilevata una maggiore prevalenza di SM nelle aree maggiormente urbanizzate della provincia di Padova6 ed una minore prevalenza di SM nelle aree meno inquinate della provincia di Pavia7.
Sono state anche descritte relazioni tra il PM ed il rischio di riattivazione di SM, sia clinica8-11 che neuroradiologica12.
Le precedenti osservazioni supportano l’ipotesi che l’inquinamento atmosferico possa influenzare la patogenesi ed i processi infiammatori della SM; questo potrebbe verificarsi atttraverso vari meccanismi: stress ossidativo13,14, danno della barriera emato-encefalica15,16, attivazione microgliale17, ipovitaminosi D18.
Dal punto di vista epidemiologico, sarebbe particolarmente interessante analizzare le possibili relazioni tra l’inquinamento atmosferico e la distribuzione della MS in aree relativamente piccole, anche in vista di future ricerche da focalizzare in aree con particolari cluster di malattia.
Questo studio ecologico si propone quindi di studiare la distribuzione spaziale della SM nelle province Italiane, condizionatamente ai livelli di inquinanti atmosferici (principalmente il PM2.5).
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